Non tutti gli imballaggi di plastica possono essere smaltiti nella raccolta differenziata.
Molti (buste, flaconi ecc.) sono in cosiddetta "plastica mista" che deve essere buttata tra i rifiuti indifferenziati (quelli molto inquinanti che vanno all'inceneritore, e quindi nei nostri polmoni, o in discarica).
Abbiamo solo una soluzione: evitiamo, quando possibile, tutti gli imballaggi in plastica mista e in genere gli imballaggi destinati ai rifiuti indifferenziati.
Leggiamo sempre le etichette di smaltimento, quando presenti sulla confezione.
Parliamo normalmente di plastica ma sarebbe molto più corretto parlare di "plastiche". Le plastiche sono una miriade e in continuazione si aggiungono nuovi materiali.
Qui, per farti un'idea, trovi i codici di smaltimento di riciclaggio e smaltimento della plastica e degli altri materiali.
Il risultato è che si fa presto a dire plastica, soprattutto quando devi fare la raccolta differenziata. In certi casi comuni e aziende per l'igiene ambientale pensano di avere di fronte un popolo di laureati in chimica industriale o di periti chimici!
Per fortuna ci vengono in soccorso aziende e catene di supermercati che sempre più spesso mettono sulle confezioni dei prodotti un'etichetta per lo smaltimento corretto degli imballaggi nei rifiuti.
Etichette utilissime anche per chi si occupa di questi temi, figuriamoci per la casalinga di Voghera!
Queste etichette, però, ci fanno scoprire anche tante sorprese. Su vari tipi di imballaggi che avrei senza dubbio definito "di plastica" e che quindi avrei raccolto nel sacco della plastica, c'è una scritta oscura e (per le sue conseguenze) inquietante: plastica mista. L'etichetta non spiega altro ma dà un verdetto gravissimo: "rifiuti indifferenziati". Insomma quella plastica va all'inceneritore o alla discarica.
La "plastica mista" si annida dovunque: è di plastica mista la confezione dei piselli surgelati biologici che ho appena buttato.
Ironia della sorte: compro spesso delle buste di ricarica di bagnoschiuma. Il prezzo è ottimo ed effettivamente si riducono molto i rifiuti: di solito i flaconi dello stesso prodotto sono da 250 ml, quindi consumo una busta di ricarica rispetto a quattro flaconi di plastica. Ma...
C'è un ma: la busta di ricarica in plastica è in famigerata "plastica mista" (quindi va all'indifferenziato) mentre i flaconi sono di solito in plastica adatta per la raccolta differenziata (per esempio, nel caso specifico, HDPE 2 o PE-HD che dovrebbe essere un polietilene ad alta densità, usato anche per i vasetti di yogurt).
Ci sarebbe una soluzione? Certo che ci sarebbe! Basterebbe (prima) imporre una tassa su tutti i tipi di imballaggi non riciclabili o riciclabili sono con processi difficili e costosi. Poi, dopo qualche anno, si potrebbe anche vietare del tutto questo tipo di materiali, come la "plastica mista", i poliaccoppiati ecc.
Nell'attesa (molto improbabile) di queste soluzioni, cerchiamo nei limiti del possibile di non acquistare prodotti con imballaggi in plastica mista o comunque non riciclabili.
Il blog degli ecorisparmiatori: far convivere l'ambiente e il portafogli. Consigli pratici per risparmiare e difendere la natura, il clima e la nostra salute
sabato 12 marzo 2011
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