Il blog degli ecorisparmiatori: far convivere l'ambiente e il portafogli. Consigli pratici per risparmiare e difendere la natura, il clima e la nostra salute

martedì 23 novembre 2010

Contro i rifiuti una legge a costo zero

Per ridurre i rifiuti occorre la raccolta differenziata porta a porta.
Occorre però sapere facilmente come differenziare i vari rifiuti.
Una legge a costo zero, proposta dal nostro blog, vuole inserire nelle confezioni di tutti i prodotti una "etichetta intelligente dei rifiuti", cioè informazioni chiare sullo smaltimento delle varie parti dell'imballaggio nei rifiuti.
Alcune aziende italiane già lo fanno.


Questo blog non si occupa - almeno apparentemente - di politica. In realtà lo facciamo sempre, in tutti i post, perché ci occupiamo di cose che riguardano tutti noi, come l'ambiente ed il risparmio, e quindi facciamo politica.

Ora però, nell'accezione più comune, oggi ci occupiamo anche di politica.
Vogliamo infatti proporre a tutte le forze politiche una semplice legge a costo zero per migliorare la politica di gestione dei rifiuti.

I rifiuti non sono una cosa da bruciare (come nella logica clientelare degli inceneritori, che qualcuno si ostina a chiamare termovalorizzatori, nonostante la UE abbia chiarito che non si può usare questo termine). I rifiuti sono una risorsa, sono una materia prima rinnovabile, sono una ricchezza. L'importante è defferenziarli in modo adeguato.

A tutt'oggi la soluzione migliore è senza dubbio la raccolta differenziata porta a porta. All'inizio forse è un po' complessa per i cittadini, ma in realtà è la soluzione che dà di gran lunga i migliori risultati.
Con la raccolta porta a porta si arriva con pochi mesi al 60-65% di percentuale di raccolta differenziata: roba che Bertolaso sarebbe rimasto disoccupato già qualche anno fa!

Uno dei problemi di chi fa la raccolta porta a porta è capire precisamente dove vanno i diversi materiali. Ci sono tanti contenitori apparentemente di plastica che però non possono andare nella raccolta differenziata della plastica perché non sono riciclabili. Insomma, indovinare dove buttare i vari rifiuti non è semplicissimo.

Qui interviene la nostra legge. Bisogna rendere obbligatoria su tutte le confezioni e gli imballaggi un'etichetta "segnala rifiuti" che spieghi come differenziare le varie parti delle confezioni. Una cosa del genere la fanno già, di propria iniziativa, alcune aziende, come Coop Italia (vedi immagine sopra), Barilla e Pavesi.

La legge sarebbe a costo zero: basterebbe dare un congruo periodo a tutte le aziende per adeguare le confezioni (diciamo 3-4 anni), in modo da smaltire le giacenze di etichette, scatole e buste, senza avere danni economici.

Con la nostra legge non solo si aiuterebbero i cittadini a smaltire correttamente i rifiuti. Nei fatti si darebbe anche uno strumento per orientare i nostri acquisiti.
Vi faccio un esempio. A volte acquisto (o meglio, acquistavo) una ricarica di bagno schiuma: un sacchetto di plastica molto leggero che serve a ricaricare flaconi e dosatori. Dall'etichetta intelligente sui rifiuti ho scoperto però che questo sacchetto è in "plastica mista" e quindi va tra i rifiuti indifferenziati. In pratica, non è riciclabile. Bene: la prossima volta eviterò di comprarlo.

E voi, cosa ne pensate della legge sui rifiuti proposta dal blog?

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